Convegno Remtech e Assoporti a Roma

Un confronto tecnico molto stringente al mattino sulle nuove normative per i dragaggi anche nei Siti di Interesse Nazionale ( i siti più inquinati) ha fatto da anteprima alla presentazione nel pomeriggio delle nuove tecnologie di dragaggio.

La nuova normativa consentirà di valutare i siti inquinati non solo in base ad alcuni parametri chimici ma sulla base di valutazioni complesse e innovative che stabiliscano la effettiva pericolosità complessiva e la possibile riutilizzazione dei sedimenti dragati o il loro possibile rilascio in mare aperto se non contaminati e non riutilizzabili in base alla loro caratteristica fisica per ripascimenti di spiagge, edilizia o altro.

Si potrà inoltre far uscire dai SIN alcune aree rendendone più semplice la procedura di dragaggio, si potranno utilizzare luoghi di stoccaggio dei fanghi e delle acque dragate ( le cosiddette vasche di colmata) con caratteristiche di permeabilità molto meno stringenti rispetto ad oggi.

Il decreto insomma fa alcune cose di intelligente semplificazione consentendo anche e finalmente il riuso dei sedimenti dragati ma sotto la spinta incessante alla semplificazione / facilitazione si rischia di dare il segnale non all’innovazione ma alla conservazione.

Situazione paradossale di fronte alla grande svolta poi presentata nel pomeriggio nelle tecniche di dragaggio dal sistema Limpidho di Decomar di cui più volte ECQUOLOGIA e Giga hanno parlato.

Il nuovo sistema di dragaggio consente di diversificare i sedimenti dragati subito dopo l’estrazione dal bacino o dal porto e di destinare al riuso oltre l’80% del materiale estratto reso privo dell’acqua e quindi accumulabile fino alla perdita di salinità (tre , sei mesi) per i materiali destinati al riuso edile oppure immediatamente avviato alla destinazione per il ripascimento delle spiagge.

Non solo, ma nel momento dell’intervento in fase di estrazione escavazione non si creano torbidità e quindi non si spandono eventuali inquinanti con gli effetti devastanti di recente visti ad esempio a La Spezia con le grandi morie di cozze.

L’interesse suscitato dalla presentazione di Davide Benedetti di Decomar e e del Prof Giuliano Gabbani del’ Unifi (resp scientifico di Giga) è stato importante come già era avvenuto nei mesi scorsi a La Spezia, Ravenna e Taranto perché molti operatori portuali invece di arrampicarsi sugli specchi per far diventare ecologiche benne escavatrici che per loro stessa natura mischiano acqua e sedimenti e spandono piume torbido e/o inquinato nell’ambiente marino, preferiscono invece dedicarsi a mettere a punto nuovi sistemi finalmente risolutivi .

Per troppo tempo si è tenuto fermo un settore con semplificazioni e facilitazioni che hanno sconsigliato agli operatori del settore di investire in innovazione ora è il momento di cavalcare la positiva flessibilità del decreto nuovo e non di cercare in ogni modo di ampliare o forzarne le maglie al ribasso.

Chiarissima la presa di posizione al convegno degli esponenti del Ministero, dell’Icram e dell’Ispra “non ci siamo calati le braghe” hanno detto ma vi forniamo uno strumento per fare bene altrimenti con la carenza di finanziamenti di oggi riusciamo a finanziare solo le emergenze delle emergenze.

Il prof Gabbani ha plaudito al nuovo decreto dragaggi che finalmente spazza via ogni dubbio su presunte preferenze o indicazioni ministeriali verso l’uso esclusivo delle benne mordenti bivalve nelle operazioni di dragaggio, oggi le gare devono essere aperte a tutte le migliori tecnologie e prediligere il riuso dei materiali dragati.

Il sistema Limpidho di Decomar riesce ad intervenire ad ogni profondità e con il posizionamento su nave può operare in contemporanea alle normali attività portuali sia commerciali che turistiche.

Un altro settore su cui Limpidho produce una svolta è quello del ripascimento delle spiagge perché riesce a separare le sabbie per dimensione e se non si usano determinate sabbie ogni ripascimento dura il tempo che passa tra una mareggiata e l’altra.

Nel corso della giornata sono state presentate altre attività innovative per il monitoraggio di molti indicatori per completare con sistemi di controllo le attività di dragaggio mostrando come alcune delle insistenti affermazioni del mattino tendenti a slargare le maglie innovative del decreto sono solo un tentativo di difendere un settore dragaggi che in Italia con pochissime ma straordinarie eccezioni insiste a non investire nella innovazione .

Interessante il punto di vista di Luigi Righini di Hera che ha invocato una svolta nel dragaggio portuale passando da dragaggi grandi ogni tot anni a piccoli e continui dragaggi anche perché le svolte tecnologiche consentono appunto questo nuovo approccio. Troppo spesso per fare il recupero di materia dei materiali dragati si progettano mega impianti di sediment washing o di soil washing a terra oppure attrezzature per rilavare i fanghi stivati in vasca di colmata che una volta finito il loro lavoro diventano essi stessi oggetti e luoghi da bonificare e smaltire…..ma finito il dragaggio …..non sempre ma spesso restano lì a ricordarci di aver sbagliato ancora una volta a scegliere bene.

Anche per questo occorre una mobilitazione dal basso che chieda la rimozione dei sedimenti inquinati che ammorbano molti porti e bacini idroelettrici italiani e che tale rimozione non si trasformi in un danno nel momento del dragaggio a causa della torbidità e dello spargimento conseguente di inquinanti. Occorre che il mondo politico dica a chiare lettere che bonifica non è spostare ma risolvere il problema e che si sollevi la nebbia su troppe situazioni in cui nonostante i danni evidenti si stenta ad assumere provvedimenti conseguenti.

Una giornata importante che dà al prossimo Remtech di Ferrara di settembre un ruolo di innovazione e non solo fotografia di un settore strategico.

Link Programma Convegno

L’Articolo originale è pubblicato su:
http://www.ecquologia.com/notizie/2601-convegno-remtech-e-assoporti-a-roma-decomar-e-limpidho2-al-centro-del-confronto

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